Nei corsi di formazione, a metà strada fra i docenti e gli studenti c’è il tutor: non una figura di mero collegamento ma anzi un “facilitatore”, che cerca di aiutare i corsisti seguendo i loro bisogni e le loro esigenze. Che, quando si tratta di formazione negli adulti, possono essere molto articolate. Per capire come si diventa tutor e cosa prevede questa mansione, abbiamo intervistato Francesca Zoccali – psicoterapeuta 32enne di Capraia e Limite – che per Forium si occupa del tutoraggio nel corso
Bakery, un percorso di 900 ore al termine del quale si ottiene una qualifica europea EQF di livello 3 in “Addetto alla lavorazione e alla commercializzazione dei prodotti della panificazione/pasticceria”. Attualmente gli iscritti sono 11: nove due e due uomini, dai 19 ai 55 anni. E dietro ogni corsista c’è una storia, che un tutor deve sapere recepire.
Dottoressa Zoccali, che tipo di percorso di studi ha fatto?
Sono una psicoterapeuta, abilitata da dicembre 2021. Mi occupo di mediazione familiare e da sempre lavoro nell’ambito dell’educazione e della didattica: ho fatto l’educatrice e ho lavorato in un nido. A tutto questo ho aggiunto l’ambito formativo: per la prima volta – grazie al corso Bakery – mi occupo di formazione con gli adulti. Per questo posso riassumere dicendo che psicoterapia e formazione sono due percorsi per me al momento paralleli.
Come è arrivata a lavorare per Forium?
Tramite passaparola, una mia conoscente che l’agenzia Forium di Santa Croce sull'Arno cercava un tutor formativo e io ho deciso di intraprendere questo percorso, in primis per capire se era nelle mie corde. Ho iniziato a novembre scorso, con Bakery.
Come si svolge il suo ruolo?
Supportiamo gli allievi, cercando di favorirne il percorso anche in base agli elementi di criticità di ognuno; inoltre cerchiamo di facilitare il rapporto e il confronto fra docenti e corsisti. Senza dimenticare la necessità di creare una giusta chimica di gruppo e contemporaneamente porre attenzione ai bisogni individuali nel percorso di stage. Nell’adulto si deve anche tener conto della fase del ciclo di vita che sta attraversando nel momento in cui frequenta il corso; abbiamo iscritti dai 19 fino ai 55 anni, con esigenze e storie pregresse ovviamente diverse.
Perché è importante la figura del tutor?
Mentre gli adolescenti fanno gruppo e vogliono essere riconosciuti come parte di un gruppo, gli adulti pretendono che le loro specificità individuali siano tenute in considerazione. Ogni persona ha un percorso di vita, magari c’è chi ha dovuto rinunciare ai propri sogni e ripartire da zero. C’è bisogno di fornire concretezza, di dare i giusti elementi affinché ogni persona sappia raggiungere gli obiettivi previsti.
I corsisti quali feedback forniscono?
Senza una figura come quella del tutor, non sarebbe possibile curare certi aspetti: se i corsisti si sentono rassicurati, lavorano molto molto meglio perché riescono a trovare un nuovo coraggio di investire in loro stessi.