"Il teatro come veicolo di pace": Paola Marcone e l'esperienza di Bubamara
A #foriumdalcumune abbiamo incontrato Paola Marcone, regista e drammaturga, che con Bubamara Teatro porta avanti il proprio progetto rivolto ai ragazzi, cercando di sensibilizzarli in merito alle tematiche dell’inclusione sociale.
Paola, cos’è Bubamara Teatro, come nasce, qual è lo scopo della sua attività?
Bubamara Teatro è una compagnia nata per la voglia di lavorare utilizzando il linguaggio teatrale con le nuove generazioni, nonché per la produzione di spettacoli.
È una compagnia che è nata alla fine degli Anni 90 e si è sempre mossa lungo due direttrici: da una parte quella della formazione, con laboratori mirati a interventi nel sociale; dall'altra invece, nell'ambito della creazione artistica con produzioni teatrali che si sono prefissi l’obiettivo di raggiungere il pubblico delle nuove generazioni tramite progetti legati alla lettura a voce alta o produzioni di prosa.
Negli oltre venti anni di attività, a Bubamara ci siamo adoperati in maniera molto capillare sul territorio della provincia Pisa, partendo dal Piccolo Teatro di Buti e dalla scuola.
Abbiamo quindi ereditato la voglia di fare ricerca teatrale legandoci però alla al territorio e al tessuto sociale, e da lì ci siamo mossi anche per un’attività di programmazione. Da più di vent'anni curiamo la stagione del Teatro dei Ragazzi di Buti. Questo ci permette di stare in contatto con il mondo della scuola e con il mondo del sociale, e quindi di arrivare in maniera molto intima sia ai bambini, che ai ragazzi, alle ragazze, alle loro famiglie e più in generale, appunto, alle nostre comunità.
Perché è stato pensato questo spettacolo, come è stato sviluppato, quasi sono state le rappresentazioni principali?
“L'uomo dei Due Mondi” nasce alla fine di un percorso di conoscenza personale, in particolare di un ragazzo che è rimasto impigliato nella rete dei nostri laboratori teatrali.
La storia dell'incontro con Yassin è una storia molto bella e felice: semplicemente aprendo la porta di una classe di una scuola abbiamo conosciuto la sua famiglia, abbiamo conosciuto un mondo che era il suo mondo e che naturalmente appartiene a tante altre esperienze di classi, di vita, di paesi, di comunità, ovvero il mondo delle seconde generazioni.
Da lì è nata la voglia di trasformare questo rapporto in qualcosa di diverso, in una storia per tutti. È nato lo spettacolo e la sua scrittura ha messo insieme più linguaggi. La storia di Yassin è servita per scrivere canzoni inedite. Fra questi, la musica, grazie alla quale abbiamo scritto canzoni inedite con la scrittura di Giulio Maffì, per quanto riguarda i testi poetici e la musica di Fabio Bartolomei.
Tutto lo spettacolo è stato un mettere insieme i pezzi della vita di Yassin, la sua esperienza di felice integrazione per raccontarli in forma di narrazione per lo più alle nuove generazioni, ma non solo.
È dal 2018 che lavoriamo a questo spettacolo, che si rivela poi con un potenziale straordinario, che non è tanto estetico, quanto fortemente empatico, perché quando viene presentato alle platee dei giovani si trova una grande consonanza, una bellissima risposta subito perché emergono tutti quei desideri di protagonismo che di solito sono piuttosto sommessi nella quotidianità, per esempio quella scolastica o sociale.
Come sono venuti a contatto Bubamara Teatro e Forium per il progetto Informer e cosa vi ha spinto ad aderire?
Bubamara Teatro ha incontrato Forium durante il percorso e lo sviluppo del progetto “Vagabondi efficaci. Seminare cultura per crescere insieme”.
Abbiamo collaborato e abbiamo avuto con gioia risultati molto soddisfacenti. Quindi abbiamo condiviso la progettazione, la realizzazione e i prodotti finali di questo grande progetto che ha coinvolto tantissime realtà e tantissimi bambini e bambine.
Da lì la relazione era aperta e “Informer” è stato un altro progetto interessante che ci ha coinvolto, con delle finalità che ci sono familiari e che ci sono vicine, perché parlare di donne, di immigrazione, di lavoro, di possibilità di inserimento nella società in una prospettiva di inclusione è quello che ci vede impegnati quotidianamente.
Qual è la sua opinione in tema di accoglienza delle donne migranti: cosa si può fare di più e come valuta il progetto “Informer” nell'ambito di un processo di miglioramento di questa accoglienza?
Il progetto “Informer” è sicuramente una proposta molto interessante, soprattutto perché essere in formazione è un nostro obiettivo di tutti i giorni. L’obiettivo è anche quello di essere orientati, quindi avere la possibilità di essere guidati nel momento in cui si entra in contatto con un nuovo contesto culturale. Questo è effettivamente un aiuto non indifferente.
Siamo molto contenti di aver potuto contribuire, secondo le nostre possibilità, alla realizzazione delle finalità del progetto.
Quali sono le prossime iniziative di Bubamara Teatro?
Bubamara Teatro in questo momento è impegnata con un progetto che abbiamo voluto intitolare “Tour della Pace”: abbiamo “L'uomo dei Due Mondi”, che è uno spettacolo dedicato all'inclusione, all'accoglienza e alla convivenza. Si propone in ogni forma possibile, anche in contesti non teatrali o non convenzionali.
Poi c’è un altro nuovo spettacolo che purtroppo ha debuttato l'anno scorso: si tratta di “Estremo Est”. Dico purtroppo perché lo spettacolo è nato a seguito dell'ultimo conflitto scaturito in Europa tra Ucraina e Russia, quindi due mondi vicini, affini, eppure così distanti e contrastanti. Abbiamo fatto una ricerca secondo quelle che sono le nostre inclinazioni, quindi teatrale e musicale; abbiamo costruito un dj set con le musiche tipiche dell'Europa dell'Est e abbiamo provato a costruirci sopra una riflessione globale che potesse essere sul tema della guerra e l’abbiamo indirizzata alle nuove generazioni.
“L'uomo dei Due Mondi” ed “Estremo Est” sono due spettacoli che vengono proposti nella forma del teatro mobile: in pandemia abbiamo provato a rivisitare un furgone da lavoro - come quello che ci serviva a volte per degli spostamenti - e l’abbiamo trasformato con le nostre maestranze in un vero e proprio teatro mobile che potesse essere capace di accedere ovunque. Per questo “L'uomo dei Due Mondi” sarà presentato nella formula del teatro mobile.
Siamo felici che porti il nostro contributo come un messaggio di pace.