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30 Ottobre 2019

Cristina Grieco: “L’apprendistato in duale, una risorsa ‘win-win’ da far conoscere”

Categoria: #foriumdalcomune

Forium torna a parlare del progetto “Promotion” che, nell’ambito del PTP Pro.Mo., si occupa di diffondere maggiormente la conoscenza dell’apprendistato di primo livello con sistema duale. Stavolta lo fa con un’intervista di prestigio per la rubrica #foriumdalcomune a Cristina Grieco, assessore regionale toscano all’Istruzione, Formazione Professionale e alle Politiche Attive per il Lavoro. Con l’esponente della giunta di Enrico Rossi abbiamo parlato proprio dell’apprendistato in duale e dei concetti che stanno alla base di questo progetto.

Come possiamo definire l’apprendistato di primo livello italiano?

Lo possiamo definire come “la via italiana al sistema duale”. Oggi ci sono gli strumenti che permettono di conseguire qualsiasi titolo di studio lavorando, dalla qualifica professionale subito dopo le scuole medie – aspettando i 15 anni – fino ad arrivare alla laurea, al dottorato di ricerca, ai master, agli Its e dunque al post diploma. Tutti i titoli di studio possono essere conseguiti mentre si ha anche un rapporto di lavoro retribuito.

Quali sono i vantaggi di questo sistema?

Quanto citato prima porta a un vantaggio enorme, sebbene si sia di fronte a uno strumento non ancora conosciuto. I vantaggi sono per tutti: per i ragazzi, che possono avere un’esperienza sul campo e mettere subito in pratica la teoria appresa in aula con una retribuzione; per le imprese, che spesso cercano professionalità specifiche. Un ragazzo potrebbe “curvare” il suo percorso universitario e arrivare a quelle competenze che sono più consone a ciò che chiede l’impresa. L’apprendistato in duale serve molto anche agli insegnanti: il progetto formativo è sempre a carico di scuola, università e organismi formativi. Quando un istituto deve co-progettare qualcosa con l’impresa è costretta a stare al passo con i tempi, con aggiornamento dei docenti. Dobbiamo fare un sforzo tutti assieme per farlo conoscere, perché siamo di fronte a un’esperienza cosiddetta “win-win”, dove alla fine il valore aggiunto c’è per tutti.

Quali sono le azioni portate avanti dalla Regione Toscana di concerto con i Ptp?

Il mio mandato da assessore è iniziato con due obiettivi forti: il primo è contrastare il più possibile la dispersione scolastica, quindi l’abbandono precoce. Con orgoglio possiamo dire che siamo la Regione con i risultati migliori a livello nazionale. Altro obiettivo era quello di collegare maggiormente i mondi della scuola e dell’università con quello del lavoro. Qui gli strumenti sono tanti, come i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP): dopo le medie si può fare anche un percorso triennale di qualifica, senza che questo comporti un limite verso l’alto. La scommessa è quella di creare una filiera che arrivi fino al post diploma, non è detto dunque che il ragazzo che prende una qualifica debba fermarsi lì: può specializzarsi e diventare un super tecnico richiesto dal mercato del lavoro. Lavoriamo molto sulle alleanze tra scuola e lavoro. Cerchiamo di mettere insieme diversi attori e di individuare insieme i fabbisogni formativi e i percorsi per raggiungerli. Il duale è uno strumento a disposizione come lo sono anche i poli tecnico-professionali. Gli Its, anch’essi poco conosciuti, sono istituti tecnici superiori, istruzione terziaria e universitaria, l’apice della filiera tecnico professionale.

Cosa manca in tutto questo, secondo la sua opinione?

Le connessioni. Stiamo cercando di facilitarle il più possibile, stimolare questi attori per arrivare veramente a dialogare e a parlarsi.

Lei ha grande esperienza come dirigente scolastico. Dovesse rivolgersi a loro per suggerire una spinta del duale, quale consiglio darebbe?

Dico spesso loro, specialmente per i tecnici e i professionali, che non bisogna essere gelosi. Dobbiamo lavorare in sinergia, ogni attore è un nodo della rete. Anche un genitore che deve mandare un ragazzo in un istituto tecnico professionale si riconosce nel percorso formativo stesso e lo ritiene un valora aggiunti se sa che si lavora per costruire una professionalità con un patto scritto a quattro mani tra scuola e impresa. Quindi dobbiamo imitare i paesi che sono più avanti, con meno problemi di disoccupazione giovanile e mismatching tra domanda e offerta. Questo non in mariera pedissequa, perché noi abbiamo un tessuto economico e produttivo diverso. Ecco perché dobbiamo creare, e torno da dove sono partita, la nostra via italiana al sistema duale.