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15 Novembre 2022

Scuola e pandemia, Francesco Bianchi: “Lasciare esprimere i ragazzi e farli confrontare”

Categoria: #foriumdalcomune

Francesco Bianchi – 48 anni di Santa Croce sull’Arno – è un educatore professionale, formatore ma anche facilitatore. Di recente ha preso parte a un laboratorio con un gruppo di ragazzi dell’istituto tecnico Cattaneo di San Miniato, nel quale ha cercato di far emergere sì il negativo ma anche e soprattutto il positivo dell’impatto del “meteorite” coronavirus. Il tutto si è inserito all’interno del progetto europeo Well Be, dove agenzia Forium è stata unico partner italiano e che ha prodotto un manuale di “buone pratiche” per sostenere gli studenti in una situazione di crisi, che sia la pandemia o altro. Bianchi, da par suo, ha lavorato sul vissuto dei ragazzi, con lo scopo di portare in superficie le conseguenze – negative o positive – degli ultimi due anni. Come? Ce lo spiega proprio lui.

Dottor Bianchi, ci può fare una sua breve presentazione?

Sono educatore professionale socio-pedagogico e formatore, non solo in ambito educativo, con particolare attenzione al tema della relazione.

Con un gruppo di ragazzi del Cattaneo ha realizzato un laboratorio sull’impatto della pandemia: di che si tratta?

Dal momento che abbiamo deciso di lavorare sul “meteorite” coronavirus, il pensiero è stato quello di tirar fuori qualcosa di positivo o costruttivo, cioè quello che questa bomba ha potuto produrre in negativo ma poi anche in positivo. E’ un po’ come un vulcano che erutta: è un evento catastrofico ma che crea una modifica nella natura; poi, dopo, bisognerà approcciarsi con questo territorio modificato, perché non si può ripartire come prima. Bisogna tenere conto di ciò che è accaduto, interrogandoci su altri percorsi da intraprendere. E’ qualcosa di complicatissimo. Il vissuto dei nostri ragazzi è stato influenzato pesantemente da questa “interruzione” di due anni; dobbiamo lasciarli esprimere e farli confrontare, per crescere.

Come sono cambiati i ragazzi?

Io credo che buona parte degli effetti del Covid non si sia ancora visto, perché i tempi emotivi non sono rapidi. Questi effetti cominceranno ad arrivare, nei ragazzi e negli adulti; come mondo educativo dobbiamo saper osservare e fermarci quando qualcosa ci colpisce. I ragazzi comunque hanno saputo trarre delle risorse e degli insegnamenti; c’è chi ha imparato – per fare un esempio – a notare l’odore del pane fatto in casa, facendoci caso anche fuori dalle quattro mura. Ed è qualcosa di bellissimo. 

Quanto è importante l’apporto di figure professionali specifiche?

E’ importante l’apporto del mondo in generale, non solo delle specificità. A livello di percorso di crescita molte figure hanno un impatto, perché bambini e ragazzi hanno un livello alto di osservazione; e ciò che gli accade intorno, lo prendono e poi diventa qualcosa. Purtroppo credo che questo periodo appena passato abbia amplificato dinamiche relazionali negative fra adulti. E questo rischia di essere un problema per ragazzi e bambini. Bisogna partire da chi abbiamo a fianco tutti i giorni.